Non sono in tanti a conoscere la varietà d’uva Albarossa. E ancora in meno ne conoscono la storia. Vitigno a bacca rossa autoctono del Piemonte, l’Albarossa fu creato nel 1938 dall’ampelografo e agronomo piemontese Giovanni Dalmasso, con il fine di ottenere una nuova varietà di uva che coniugasse le qualità del Nebbiolo e della Barbera. Il suo nome fu coniato in omaggio alla cittadina piemontese di Alba, luogo di studi del Professor Dalmasso.
All’epoca non ottenne grande clamore, infatti i caratteri ampelografici, enologici e produttivi di questo vitigno furono approfonditi solo attraverso studi successivi e fu iscritta nel Registro Nazionale delle varietà di vite nel 1977.
Ulteriori studi genetici hanno poi dimostrato che uno dei due genitori dell’Albarossa in realtà non è il Nebbiolo, ma lo Chatus, conosciuto anche con il nome di Nebbiolo di Dronero, dal nome del comune alpino in provincia di Cuneo. Si ritiene che ci sia stato un errore in fase di impollinazione, dovuto forse alla somiglianza fra i nomi di questi due vitigni.
Proprio grazie all’unione di questi due vitigni, l’Albarossa esprime un vino di grande personalità, dal colore profondo e note fruttate che si fondono con spezie e sentori tostati. Un vino dalle ottime potenzialità di invecchiamento e dall’ampia versatilità in gastronomia.
Fu la nostra enologa, Patrizia Marenco, che partecipando anch’essa agli studi, piantò una fra le prime vigne di Albarossa in Piemonte, nel 2001.
Anno dopo anno questa vigna in cima alla collina ci dona grandi soddisfazioni ed emozioni, un luogo dal quale osserviamo tramonti e albe rosse, stagione dopo stagione.
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Not many know the grape variety Albarossa. And even less know its history. An indigenous red grape from Piedmont, Albarossa was created in 1938 by the piedmontese ampelographer and agronomist Giovanni Dalmasso, with the aim of developing a new variety which would combine the qualities of Nebbiolo and Barbera. Its name (litterally “red dawn”) is a tribute to the piedmontese town of Alba, place where Professor Dalmasso conducted his studies.
At the time this variety did not attract much attention. In fact, the ampelographic, oenological and productive characteristics were analized in depth only in subsequent studies and it was officially registered in the National Vine Variety Register in 1977.
Further genetic studies later evidenced that one of Albarossa‘s two parents is not Nebbiolo, but Chatus, also called “Nebbiolo di Dronero”, named after the alpine town in the province of Cuneo. It is belived that a mistake occured during the pollination phase, possibly due to the similarity between the names of these two vines.
Precisely due to the combination of these two varieties, Albarossa produces a wine with great personality, deep color and fruity notes that blend with spicy ad toasted aromas. It is a wine with excellent aging potential and remarkable gastronomic versatility.
It was our wine maker, Patrizia Marenco, who also took part in the aforementioned studies, who planted one of the very first Albarossa vineyards in Piedmont in 2001.
Year after year this vineyard on top of the hill brings great satisfaction and emotion, a place where we witness red sunsets and red dawns, season after season.